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venerdì 18 gennaio 2013

Singapore esoterica


In questi giorni di festa natalizia, freddo e neve tutti italiani, per ragioni imputabili alle cosmiche vie della sincronicità, mi trovo a Singapore. Una città cosmopolita, una NY orientale fatta di audaci grattacieli, parchi naturali dalle dimensioni bibliche, shopping centre a non finire e una notevole quantità di posti in cui mangiare qualsiasi genere di cibo asiatico di qualità sopraffina.
In questa Singapore equatoriale le temperature dicembrine sfiorano i 31°C (ben più sopportabili dei 37 di maggio); il che rende assai surreale la magistrale decorazione nataliza che adorna l’intera città-stato. Alberi alti fino a 10 metri che di sera brillano come stelle, addobbi di grandezza smisurata e una quantità di luci che da sole potrebbero illuminare intere città. Insomma, i Singaporiani non badano a spese.
Peccato che il clima sia decisamente fittizio, dato che qui sono pochissimi coloro che festeggiano davvero il Natale alla maniera occidentale. I Singaporiani (essendo di molte etnie diverse) sono in maggioranza buddhisti, induisti, taoisti, musulmani e – in minor quantità – di fede baha’i, cristiani ed ebrei (questi ultimi due sono però in maggioranza di etnia occidentale). Insomma… le renne, i pupazzi di neve e vari alberi sono solo una cornice commerciale, anche se bisogna ammetterlo, graditamente spettacolare.
Buddha felice Singapore esoterica
I fedeli toccano il Buddha per la buona fortuna.
A parte questa breve introduzione per farvi capire appena vagamente la strabiliante ambientazione di questi giorni, tengo a sottolineare che c’è una Singapore devota e spiritualmente avanzata in termini di consapevolezza e tolleranza che mai mi sarei aspettata di trovare. I superbi templi buddhisti e induisti che arricchiscono ogni quartiere sono a dir poco la manifestazione divina in terra: sgargianti colori sfavillano dalle facciate dei templi di Kali e di Vishnu nel quartiere di Little India; mentre dragoni e demoni protettivi spiccano dai tetti a pagoda dei templi di China Town. Ma attenzione! Esistono “zone franche” se vogliamo chiamarle così, in cui templi di diversa estrazione religiosa convivono uno accanto all’altro come fratelli.

E’ il caso di Waterloo Street che, a dispetto del nome ricordante lontani avvenimenti nefasti, contiene la più vasta quantità di sfaccettature spirituali, coesistenti in serena e pacifica armonia.
Il quartiere di Waterloo Street (che possiamo tranquillamente definire “quartiere esoterico”) è caratterizzato principalmente da due templi uno accanto all’altro: uno è indù e l’altro buddhista! Durante le maggiori festività, come l’Hungry Ghosts Festival (la festa dei defunti) è facile vedere i fedeli dell’una o dell’altra religione spartirsi gli insensi e le offerte senza alcun precocetto su chi professa la religione “più vera”. Insomma, per farla breve, i fanatismi religiosi che siamo abituati a vedere nel nostro paese (e non solo), qui non esistono. E infatti non c’è una religione “di stato” poiché tale idea è
parete delle preghiere Singapore esoterica
La parete delle preghiere
semplicemente inconcepibile. Come si può dare più importanza politica ad un culto rispetto ad un altro? E su quali basi? Sarebbe bene che anche in occidente si rivedesse questo discriminante modo di pensare.
Ma torniamo a Waterloo Street.
Per strada si incontrano guaritori, indovini, venditori di incensi e di offerte per il tempio; la via è quindi affollatissima e piena di colori e di profumi. L’odore caldo e speziato del sandalo che brucia all’entrata del Kwan Yin Temple è avvolgente, tanto quanto il chiassoso pregare a suon di tamburi che provengono dal vicino tempio indù dedicato a Krishna. Fiori di loto e orchidee sono ovunque insieme a candele, frutta esotica e preghiere di carta da bruciare, in un vortice di suoni e sensazioni che difficilmente possono essere descritti a parole.
Sulla sinistra c’è una guaritrice cinese, rasata a zero come i monaci buddhisti e con gli occhi più neri che abbiate mai visto. Lei cura ogni afflizione corporea attraverso la pulizia dei blocchi energetici: impone le mani sulla schiena, sul torace o sulla testa e con gesti decisi toglie le energie stagnanti; dai movimenti che compie con la mano sembra quasi che stia gettando a terra dell’acqua in eccesso.


Poco più avanti c’è un cartomante che ha sempre attorno un capannello di persone ed è facile capire perché: sul tavolo c’è una gabbietta aperta dalla quale il suo fedele cocorito verde fa avanti e indietro per scegliere le carte disposte sul tappetino. A seconda della carta estratta l’indovino tira fuori un foglietto su cui c’è scritto il responso.
monaco Singapore esoterica
Un monaco buddhista che impartisce le benedizioni
Ma la divinazione non è esclusivamente in mano ai vari indovini di strada. All’interno del Kwan Yin Temple, infatti, si posso richiedere i tipici bastoncini di legno con cui divinare. Ci si toglie le scarpe e ci si inginocchia sul grande tappeto al centro del tempio; si comincia a shakerare il barattolo con i bastoncini mentre si domanda agli Déi e si continua finché un solo bastoncino non esce dal barattolo. A quel punto si lancia in aria una coppia di “mezzi fagioli” in plastica e a seconda di come ricadono a terra il responso è valido o meno. Se non lo è si ricomincia. Se invece è valido si riporta il barattono ai
custodi, essi leggono il numero sul bastoncino estratto e in cambio porgono un foglietto con un preciso responso.

Verso la fine di questa variopinta strada fa bella mostra di sé un enorme Buddha Felice, ovvero quello panciuto e dorato. Sulla pancia ha una fessura nella quale i fedeli inseriscono monetine per le offerte. Ma badate bene! Non sono offerte che finiscono chissà dove… tutto il ricavato di queste piccole donazioni va a finanziare tangibilissimi progetti a carattere spirituale come libri, musica, arte decorativa e così via. Tale risultato è facilmente visibile sia nelle piccole edicole gratuite che si trovano nei templi, sia un negozietto di Waterloo Street. Si tratta di un locale semplice e minimalista al cui interno chiunque può prendere in maniera totalmente gratuita qualsiasi cosa vi sia esposta (sì, avete capito bene). Senza esagerare ovviamente, anche perchè si invita a regalare agli altri quello che si è preso, una volta esaurita la sua funzione per noi. Io ho preso un bel libro di preghiere per Kwan Yin, un cd di musica rilassante e un paio di belle illustrazioni. Il fine di questa splendida iniziativa è la divulgazione e la conoscenza accessibili a tutti. E funziona. Altro che il fallito bookcrossing italiano! Qui il concetto di condivisione senza possesso e senza scopo di lucro è vivo e recepito da tutti.
Ma Waterloo Street non è solo templi: ci sono vari negozi e bancarelle specializzati nella fornitura di ogni tipologia di strumento spirituale ed esoterico, come bastoncini per la divinazione, incensi, amuleti, lancia-preghiere, statue degli Dèi e musiche per la meditazione. Il centro commerciale principale si chiama Fortune Center in cui – a parte le centianaia di negozi che vendono pietre, talismani, unguenti e via dicendo – si possono trovare anche alcuni centri in cui si eseguono massaggi per fluidificare l’energia corporea, reiki, pulizia dei chakra, agopuntura, riflessologia e – rullo di tamburi – lettura dell’aura… cosa che ovviamente ho deciso di provare. Ti fanno accomodare su di una seduta metallica di fronte ad una specie di macchina fotografica; si deve stare immobili per qualche secondo e attendere poi la stampa della “foto”. Quello che esce fuori è una particolare immagine in cui la persona è appena visibile, ma contornata da strane luci e colori vividi. La mappa che tali luci disegnano viene infine letta da una specialista che spiega il responso. Devo ammettere che, almeno nel mio caso, ci hanno preso.
statua dorata2 Singapore esoterica
Il rito delle foglie d'oro
All’interno del Fortune Centre, che è alto diversi piani, ci sono anche ristoranti che servono esclusivamente cibo etico e vegano. La cosa sorprendente è che non solo si mangia molto bene, ma il prezzo è bassissimo: in quattro persone, 
mangiando a crepapelle, si spende un totale di 20 sindollars, ovvero 13/15 euro.

Poco distante dal Fortune Center c’è un piccolo centro di culto; si tratta di un ampio locale allestito in modo che tutti possano ritualizzare i propri intenti: ci sono statue all’interno di piccole vasche in cui si immerge una sorta di mestolo per poi bagnare la statua stessa. Ci sono altari votivi con offerte di ogni genere e le pareti sono piene di minuscole caselline in cui vengono apposte le preghiere che i fedeli chiedono ai monaci. Al centro del locale si trova una grossa statua del Buddha tricefalo “in meditazione” completamente ricoperta d’oro… funziona così: i fedeli acquistano cinque foglie d’oro per un dollaro e poi le attaccano sulla statua. Nel momento in cui si attacca la foglia il fedele recita una preghiera o chiede una particolare grazia.
All’interno di questo piccolo centro vi sono diversi monaci che concedono benedizioni e pregano per chi ne fa richiesta.
Insomma, pur avendo deciso tempo fa che avrei passato il mio 21 dicembre 2012 in maniera diversa rispetto a quella che mi si prospetta, accetto volentieri che le vicissitudini della vita mi abbiano portata qui, per chissà quale motivo.
Non mi resta quindi che consigliare vivamente un viaggio in questa splendida “Terra del Leone”, perla indiscussa della magnificienza e del ben-essere orientale, certa che tornerete arrichiti spiritualmente e rinfrancati mentalmente.
Nel frattempo auguro buone feste a tutti voi.

Scritto e pubblicato per Italia Magazine

sabato 1 dicembre 2012

(Parentesi Malese)

Ovvero: toccata e fuga nel paese degli opposti


Abbiamo deciso di fare una puntatina in Malesia. Motivo fondamentale è "già che siamo qui..." e in effetti non credo che avremo altre occasioni in futuro... e credetemi, dopo averla vista senza il filtro migliorativo del villaggio turistico, voglia di tornarci proprio no.
Eppure mi è piaciuta.


Kuala Lampur: di baracche e burattini

 
 


Dopo ben 5 ore di pullman, arriviamo a Kuala Lampur e la prima impressione che ho avuto posso riassumerla con la seguente frase: un vasetto di merda ricoperto di brillantini.
Kuala Lampur sembra la versione "vorrei ma non posso" di Singapore: povertà e sporcizia regnano ad ogni angolo, ma con la cornice di insegne luminose, vetrine sfavillanti e cartelloni pubblicitari coloratissimi che inneggiano ad un benessere che proprio non c'è. Le baracche appena fuori dal centro sono la maggioranza e fa davvero impressione vederle attaccate alla concessionaria di Suv che solo pochissimi eletti possono permettersi.
Il traffico è talmente congestionato che dopo 20 minuti di taxi, accorgendoci di essere ancora a pochi metri dall'albergo, ma fermi in coda, decidiamo di andare a piedi fino alle Petronas Towers. L'immondizia che c'è per terra e la puzza insistente si fa fatica a descriverle, ma si fa ancor più fatica a pensare che ad appena un isolato da noi regna il lusso più sfrenato. All'orizzonte si profilano le due torri gemelle più famose dell'est, con le loro lucidissime vetrate azzurre, e quando te le trovi davanti lo spettacolo è davvero mozzafiato.



Facciamo molte foto, increduli di essere proprio lì. Poi entriamo dentro, sperando di trovare ancora qualche biglietto per salire sulla passerella, ma sembra che i ticket esauriscono già alle 7.30 del mattino. Ok, decidiamo di visitare l'enorme centro commerciale, e faccio prima a postare una foto che a descriverlo.



Il primo piano è dedicato esclusivamente alle grandi firme come Gucci, Prada, Chanel tanto per citarne un paio. All'interno dello shopping center c'è tanmente tanta aria condizionata che sono costretta a mettermi un maglioncino a maniche lunghe... All'esterno c'è un trionfo di acqua che zampilla su di un laghetto artificiale.
Insomma diciamo che qui se ne fregano dei consumi. Ma anche a Singapore, sia ben chiaro!

Curiosità. In Malesia le religioni sono tante, perché tante sono le culture che la abitano, così dento il cassetto della camera d'aòbergo troviamo la tipica Bibbia, insieme al Corano, al Libro dei Mormoni e a quello di Buddha :)




Il "melmare" dell'incredibile Malacca
La giornata passa in fretta e il giorno successivo siamo di nuovo in viaggio per visitare quella che sembra essere la perla della Malesia: Malacca (Melaka). Malacca è famosa soprattutto perché, essendo stata colonizzata sin da tempi remoti da cinesi, inglesi, olandesi, giapponesi e altri ancora, possiede un discreto bagaglio di architetture "poliglotte": c'è una piccola China Town, un isolato indiano, due o tre chiese protestanti, un'intera via di caseggiati rossi ereditati dagli olandesi e patrimonio dell'Unesco, e altre costruzioni coloniali inglesi.
Per noi italiani, che di scavi e monumenti ne abbiamo fin sopra le orecchie, Malacca non ha nulla i cui essere invidiata, eppure ci è piaciuta tantissimo. E vero... ci sono topi e pipistrelli ovunque, coccodrilli nelle fogne, condomini diroccati, la fogna a cielo aperto, povertà e immondizia a valanga e un mare putrido... ma ha quel non so ché di esotico, in cui bello e brutto si fondono per dar vita ad un'atmosfera unica.

 
 


La China Town è davvero carina perché le costruzioni sono in stile olandese e sono vecchie di 400 anni. E' una zona coloratissima e di sera si illumina di faretti rossi, un vero spettacolo.



E' considerata il quartiere dello shopping, perché sotto ad ogni casa c'è un negozio di antichità, souvenirs, pelletterie e curiosità e qui è facile fare ottimi affari. La moneta si chiama Malesian Rigit ed equivale al 20% dell'euro, ciò significa che la borsa originale col design di TokiDoki da 49 rigit l'ho pagata appena 10 euro :D

La fortuna più grande è stata sicuramente quella di incontrare per caso la processione indù che si è tenuta l'altro ieri (17 ago) in serata. Altarini dappertutto, negozi tipici di fiori e offerte illuminati a giorno e poi un gruppo di suonatori per strada che hanno dato vita ad un ritmo sfrenato di tamburi e danze. Le donne vestite esclusivamente con i Sari colorati e preziosi di strass, i fuochi d'artificio impazzavano in cielo mentre le anziane preparavano fruttelline gratuite per tutti. In pochissimi minuti la strada si è riempita di gente, tanto che le auto avevano ormai una sola corsia per passare (e manco tanto).
E poi ecco che arriva la processione: alcuni suonatori su un camioncino aprono la strada alle ragazze con la veste tradizionale e i fiori di gelsomino fra i capelli. Dietro di loro ci sono i ballerini che indossano un costume-cavallo e piroettano all'impazzata urlando e fischiando. Dopo un paio di carri che sventolano stendardi religiosi arriva il pezzo forte: l'altare. Si tratta di un mini-tempietto illuminato con le lucine al cui interno c'è la statua della divinità e ben due sacerdoti che officiano durante il percorso. Si offrono piatti di frutta e coroncine di fiori da far benedire o da barattare con altre offerte. Una donna porge la propria figlia alla quale il sacerdote dona una collana di fiori e la benedice. Il carro è trainato da due buoi, animale simbolo di Malacca. Innanzi ad essi dei ragazzi spaccano a terra alcune noci di cocco quale simbolo propiziatorio di abbondanza.
Ho anch'io una collana di fiori da offrire - anche se mi sento come un pesce fuor d'acqua, in alcune occasioni, penso che onorare le tradizioni locali sia una sorta di rito iniziatico per "farne parte" almeno in quell'occasione, anziché rimanere un passivo osservatore turistico.
Una signora mi guarda, indica la mia collana e con un perfetto inglese mi chiede se è un'offerta; quando le rispondo di sì, lei mi fa un largo sorriso luminoso e mi dice "God bless you!". Dopo l'offerta mi viene regalata un'arancia, orchidee fresche e una polverina profumata, che mi ricorda i templi indù di Singapore.
La processione passa e con lei se ne và una delle più belle esperienze che ti arricchiscono dentro come mai un libro potrà fare.

 
 

martedì 16 ottobre 2012

Hungry Ghosts Festival @ Waterloo Street

La festività inizia il settimo mese del calendario luni-solare cinese, perciò rispetto a noi può cadere tra i primi di agosto e i primi di settembre, in base alla luna nuova. Si dice che i morti sono affamati a causa di un antichissima leggenda, ma più che altro il fulcro è che nella psicologia buddhista un defunto non è del tutto morto e la sua "fame" riguarda gli aspetti terreni di cui sente più la mancanza.
Come tutto ciò che accade qui, anche la festa dei morti è un'esplosione di gioia, di colori e di profondissima spiritualità. Per tutta la città vengono allestiti migliaia di angoli dedicati alle offerte: possono essere bidoni per bruciare i soldi (finti) della Hell's Bank o le preghiere su carta, tavolini con le immagini dei saggi che fungono da altari su cui fumano bastoncini d'incenso, o ancora semplici edicole con offerte di cibo e fiori.



Il centro spirituale di Singapore è senza dubbio Waterloo Street. Immaginate una strada molto larga, tempestata di bancarelle che vendono le offerte da portare nei due templi: il Kwan Yin Tong Hood Cho Temple (buddhista) e lo Sri Krishnan Mandir Temple (induista). Sì avete capito bene! A soli 10 metri l'uno dall'altro convivono due templi di diversa religione in maniera pacifica e, a volte, addirittura complice... quando uno finisce gli incensi li prende in prestito dall'altro.
Io me lo immagino proprio in Italia la chiesa e la moschea appiccicati nella stessa via... Ma torniamo a noi.

Lungo la strada la frenesia è inimmaginabile. Migliaia di persone si accalcano presso i templi per portare offerte e pregare. Davanti al tempio buddhista ci si mette in fila per accendere tre incensi al sandalo che poi si portano alla fronte con entrambe le mani e mentre si prega li si oscilla in avanti e indietro. Al centro dell'atrio c'è un enorme incensiere dove vanno infilati i propri. Dopodiché si entra per la divinazione o per portare le offerte. Al centro dell'enorme sala c'è un tappeto rosso quadrato che ospita almeno una 50ina di persone inginocchiate che scuotono un cilindro con all'interno 78 bastoncini. Si tratta del Chien Tung, una forma divinatoria antichissima che funziona così: si esprime un desiderio o si chiede un favore agli Dei. Pian piano che si scuote il cilindro, alcuni bastoncini cominciano ad uscir fuori finché ne cade uno a terra. A quel punto si lanciano in aria due "fagioli" che se cadono entrambi dallo stesso verso significa che la divinazione è andata a buon fine. Se non si hanno altre domande si prende nota del numero del bastoncino, lo si comunica all'addetto e questi ti dà un foglietto con il responso: Good or Bad?
Infondo alla sala c'è un lunghissimo altare pieno zeppo di offerte: fiori di loto, caramelle, panetti, dolci, cartocci di tè, fiori, lime, arance e qualsiasi altra cosa si voglia donare. Dietro l'altare una fila affollatissima di saggi e divinità guardano dall'alto i fedeli con i loro sguardi benevoli laccati in oro.


Nel tempio induista l'atmosfera è diversa, ma pur sempre festosa. Anche qui ci sono persone all'entrata che accendono incensi. Poi però ci si toglie le scarpe, come vuole la tradizione, e si entra dentro, dove un assordante musica indiana conquista per il suo ritmo coinvolgente. Sacerdoti e donne del tempio sono vestiti con i classici sari coloratissimi, così come coloratissime sono le statue degli Dei. Ogni statua è ricoperta di corone di fiori di gelsomino e rose rosse, mentre ai piedi bruciano decine di candele sopra ad un letto di petali. Qua e là grossi cesti di efferte di banane, lime e noci di cocco. Una festa per gli occhi, le orecchie e per lo spirito.



Un po' ubriacata dai vari profumi esco fuori e per terra noto un vecchietto con un occhio solo che mi sorride sdentato e mi porge dei fazzolettini, che compro volentieri. Ogni volta che vengo a Singapore lui è qui, o nelle vie intorno che vende i suoi Chope*, 4 per un dollaro.
Più avanti, sulla sinistra, c'è il banchetto di Alice Tan, una signora dall'aspetto di monaco buddhista che pratica varie forme di meditazione, tai chi, guarigione e tanto altro. L'anno scorso mi ha vista uscire dal tempio e mi ha fermata per dirmi che doveva darmi alcune cose. Immaginate la mia faccia... Bè, mi ha dato libri di filosofia buddhista, immagini sacre e tanto altro dicendomi che dovevo condividere tutto quello con le mie amiche. Mi ha anche detto che al mattino lei aveva preso tutta quella roba perché sentiva che sarebbe arrivata la persona giusta a cui donarle :) Ovviamente ero onorata e lusingata dalla cosa, e una volta in patria ho seguito alla lettera il suo volere.
Oggi è qui con un cliente che ha problemi alla cervicale, così Alice lo sta curando con le mani: con movimenti strani ad occhi occidentali, ma precisi e ponderati, sembra infilare le dita nel suo collo e "aspirare" il male per poi scuoterlo via.



Continuando a camminare tra le bancarelle trovo un capannello di gente intorno ad un falò: stanno bruciando i soldi e le preghiere per i defunti. Mi avvicino e questi signori gentilissimi mi porgono un pacco di soldi finti; mi dicono di bruciarli per i miei avi e si raccomandano di non tenere per me nemmeno una sola banconota.



Waterloo Street, come dicevo, è il centro spirituale della città. Oltre alle bancarelle e ai templi, ci sono un numero esagerato di centri commerciali specializzati nella vendita di oggetti religiosi. Contapreghiere in giada, portafortuna con le monete antiche, amuleti per la salute, per la protezione; e ovviamente incensi, candele, fiori, olii profumati, staute, fontane e tanto altro. Inoltre le food court di questa zona sono quasi tutte specializzate nella cucina vegana.
Ma in questi centri commerciali non ci sono solo negozi. Al piano terra c'è una piccola stanza adibita a santuario in cui è possibile ricevere la benedizione dai monaci buddhisti. Subito fuori c'è un'enorme statua dorata del Buddha Felice che in realtà è un'enorme salvadanaio nel quale i fedeli mettono una monetina e ne accarezzano la bella panciona per propiziarsi un po' di abbondanza.
Un'altra cosa da non perdere è il negozio-non-negozio. Si tratta di un piccolo locale aperto a tutti nel quale ogni cosa presente è gratutita. Sì! Libri, cd per la meditazione, immagini sacre... tutto gratuito. E questa cosa è possibile grazie ai soldi che la gente mette nel Buddha di cui sopra. Ma la cosa che deve essere chiara - che poi è il filo conduttore di tutta la cultura asiatica - è la condivisione.

Qui si condivide tutto: in questo non-negozio si prende ciò che si vuole a patto di condividerlo poi con qualcun'altro. Alice mi ha chiesto di condividere i suoi doni. Nelle food court si condivide tavolo e cibo con chiunque, mentre nei locali notturni è facile che vi si chieda di condividere il posto con gente mai vista. Stamattina al taxi stand, siccome c'era molta fila, un signore ha chiesto se c'era qualcuno che andava nella sua stessa direzione per poter condividere la corsa.
E' quando rifletto su questi aspetti che vorrei tanto vivere qui. Soprattutto se penso che in Italia non riesce a partire nemmeno il bookcrossing...

Non so come concludere questa lunghissima entry se non invitandovi a provare, almeno una volta nella vita, a vivere queste meravigliose sensazioni.




*Chope: qui a Singapore è consuetudine usare questi fazzolettini per prenotare il posto nelle food court o comunque nei luoghi dove si vuole prendere posto a sedere. La cosa è semplicissima: si trova un tavolo ma ci si deve ancora mettere in fila per il cibo/biglietto? Basta appoggiare un fazzolettino o tutto il pacchetto sul tavolo in questione per dichiarare che è già preso e nessuno si azzarderà a fregarvi il posto. Per definire questa azione si dice "to chope".

Da Malpensa con amore (ed esplosione del motore sinistro)

Inizio il blog riportando un mio vecchio post perché essendo un blog che parla di viaggi, esso stesso sarà un viaggio. E siccome è bello poter dire che tutto è un'avventura, che avventura sia!


Dicembre 2009

"Potrebbe andare peggio"
"Cioè?"
"Potrebbe piovere"
Così dicevano il prof. Frankenstin e Igor in Frankenstein Jr. Io invece rispondo "potrebbe esplodere"...
Ma andiamo per ordine.

Sono ancora a Milano, precisamente all'Hilton in viale Certosa.
Ieri dovevamo partire con l'aereo delle 13, che era stato spostato alle 15.40. Poco male, ma di ora in ora il delay aumentava fino ad arrivare alle 20.40. Il check in è durato una vita, ma questo è davvero il meno.
Alle 21.00 siamo finalmente saliti sull'aereo, infreddoliti e stanchissimi. Alle 23 finalmente hanno iniziato a spruzzare acqua calda e antigelo sulle ali... e finalmente a mezzanotte eravamo sulla pista.
Si accendono i motori.
L'aereo comincia a partire.
E quando i motori aumentano di potenza...

BOOM!

Il motore di sinistra esplode con una grande fiammata rossa.
Ovviamente siamo rimasti tutti esterrefatti e terrorizzati; io ero proprio al finestrino di sinistra poco dietro l'ala, quindi ho visto benissimo l'esplosione. Fortunatamente nulla di grave, il comandante ci ha riportati al gate sperando in una riparazione veloce. Che veloce non poteva essere per forza di cose... Così alle 2 di notte ci hanno fatti scendere. Insomma, in tutto questo siamo stati ben 5 ore bloccati sull'aereo.

Neanche vi racconto la disorganizzazione del personale di terra, degli autobus e della maleduaazione di chi doveva invece assisterci e confortarci in una simile situazione (e mi riferisco al personale italiano... perché a Singapore non sarebbe mai successa una cosa del genere).
Facce truci che nemmeno si degnavano di dirci dove stava l'autobus, così da lasciarci fuori dall'aeroporto con un freddo bestiale. E ricordiamoci che quasi tutti eravamo in ballo dal mattino presto, o addirittura dal giorno prima.

Alle 3.40 del mattino siamo arrivati all'hotel Hilton di Milano, dove una sola persona ha dovuto fare il check in individuale... vi lascio quindi immaginare quanto tempo c'è voluto per trovarci effettivamente in stanza e riposare un po'.

Stamattina le notizie si sovrapponevano l'una all'altra confondendosi e contraddicendosi. Chi parlava di partire da Parigi, chi da Copehagen, chi ci diceva che il motore doveva essere riparato con un pezzo introvabile da un ingegnere altrettanto introvabile...
Per farvela breve vi dico che sono qui, in hotel, i bagagli non sono ancora arrivati e forse si parte domani. Forse.

Ma la ciliegina sulla torta è stato il professionalissimo tg di Studio Aperto che ha detto che a Malpensa tutto sommato è tutto a posto e i ritardi hanno una media di due ore...

Spero che questo sia l'ultimo aggiornamento che vi do dall'Italia, ma siccome ormai sono molto scaramantica mi limito ad augurarvi buone feste a tutti!

P.s.: don't believe the hype!